¿Se reformó Europa el lunes 22 de agosto en Ventotene? No bromeemos. No se acabará todo con el Brexit, como dice Renzi, pero se acerca mucho al punto de no retorno. Y todavía se quedará ahí durante un largo tiempo.

Lo que probablemente ha sido el viaje a Ventotene es el equivalente de una excursión-postal. La imagen de una rueda de prensa del trío (Hollande, Merkel y Renzi) en el puente de mando del portaaviones Garibaldi frente al perfil cetáceo de la isla del Tirreno ha sido una publicidad fantástica. ¿Había que hablar de Europa? ¿Qué mejor sitio, más evocativo, que aquel donde el régimen de Mussolini encarceló a aquellos demócratas, la isla-cuna del manifiesto de Altiero Spinelli, Ernesto Rossi y Ursula Hirschmann, para dar vida a una Europa libre y unida, o sea al ideal político creado justamente por De Gasperi, Adenauer y Schumann?

Solo Renzi quiere, todavía, más flexibilidad, por supuesto para aumentar un poco la deuda pública y, en fin, una ley de estabilidad creada en clave electoral, por lo tanto dispensadora de una lluvia de regalías para que triunfe el ’no’ en el referéndum sobre la reforma constitucional. Hollande tiene que jugarse una carta para que le reelijan en el Elíseo (cosa bastante improbable), y Merkel para no perder las próximas elecciones en otoño. En fin, castillos en el aire. Con los furibundos periodistas extranjeros esperando hasta las dos de la madrugada, quejándose de haber sido usados como figurantes o comparsas, en “un circo que ha dado bien pocos resultados”,  como espeto Virgine Riva, corresponsal de Europe 1.

Por decirlo breve, los tres haciéndose un bonito spot electoral. ¿Quién dijo Europa?

Una vez más, los egoísmos de los tres países (pero podían haber sido todos, no habría cambiado nada) se han impuesto sobre la idea comunitaria. Mientras Europa sea la Europa de los gobiernos en vez de la Europa de los pueblos (frase que no me gusta, pero que expresa bien la idea) no queda nada que esperar. No se ha tenido ni siquiera el coraje, la franqueza, el realismo de preguntar a Merkel (la única que cuenta en el terceto) sobre la creación, al menos, de un ministro de finanzas único europeo. Para gobernar una economía que, a fuerza de ser decidida por el más fuerte, amenaza con ser el funeral, sin lápidas, de Europa.

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Versión original en italiano

Lunedì 22 agosto l'Europa è stata rifondata a Ventotene? Non scherziamo. Non sarà finita con la Brexit, come dice Renzi, ma è molto vicina al punto di non ritorno. E ci resterà ancora a lungo.

Quello che certamente il viaggio a Ventotene è stato, è l'equivalente di una gita-cartolina. L'immagine di una conferenza stampa dei tre (Hollande Merkel  e Renzi appunto) sul ponte dell'incrociatore Garibaldi di fronte al profilo da cetaceo dell'isola tirrenica, era una pubblicità fantastica. Si doveva parlare d'Europa? E quale posto migliore, o più evocativo, del luogo in cui il regime imprigionò quei democratici, dell'isola culla del manifesto scritto da  Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann per dare vita a una Europa libera e unita, cioè all'ideale politico che fu fatto proprio da De Gasperi, Adenauer, e Schumann? Solo che Renzi vuole ancora altra flessibilità, certamente per aumentare un po' il debito pubblico, insomma una legge di stabilità fatta in chiave elettorale, dunque dispensatrice di regalie a pioggia per non far trionfare il NO al referendum sulla riforma costituzionale. Hollande deve giocarsi una carta per farsi rieleggere all'Eliseo (dichiaratamente impossibile), e la Merkel per non perdere le prossime elezioni in Germania d'autunno. Insomma, aria fritta. Con i giornalisti stranieri furibondi ad aspettare fino alle due di notte, che si lamentavano di essere stati usati come figuranti o comparse, in 'un circo che ha dato ben pochi risultati' taglia corto Virginie Riva corrispondente di Europe 1.

Insomma ognuno dei tre a ritagliarsi un bello spot elettorale per sé, altro che Europa! 

Ancora una volta gli egoismi di tre paesi (ma avrebbero potuto essere tutti, non sarebbe cambiato nulla) hanno avuto la meglio sull'ideale comunitario. Finché l'Europa sarà quella dei governi invece di quella dei popoli (frase che non mi piace, ma rende bene l'idea) non c'è da aspettarsi nulla. Non si è avuto nemmeno il coraggio, la franchezza, il realismo di chiedere alla Merkel (l'unica che contasse nel terzetto) la creazione almeno di un ministro delle finanze unico, europeo. Per un governo dell'economia che a furia di essere decisa dal più forte minaccia di essere il funerale senza lapide dell'Europa.